Mi chiamo Amira. Sono tunisina. Abito in Italia da una decina d’anni insieme a mia figlia. Lavoro nel settore della moda.
Questo periodo di emergenza è stato un periodo un po’ difficile per tutti perché sono state prese delle misure molto rigide da un giorno all’altro. Ci siamo trovati tutti costretti a dover improvvisare la gestione familiare e lavorativa. Le scuole sono state chiuse con pochissimo preavviso, e senza piani a lungo termine. È stata necessaria una capacità di improvvisazione per gestire al meglio la propria famiglia, senza avere altro tipo di indicazioni sul “come fare” e “dove andare”. Tutto molto stressante. La difficoltà maggiore è stata a carico delle famiglie con bimbi, come nel mio caso. Mi sono trovata con la bimba a casa per le scuole chiuse e senza avere una babysitter.
Ritengo siano state prese delle decisioni a livello governativo senza pensare alle conseguenze sui singoli cittadini. Le aziende hanno chiesto ai dipendenti di proseguire a lavorare come “se non ci fosse niente”, mentre la situazione non era per niente vivibile. In pochissimi giorni la mia vita è cambiata moltissimo: mi sono trovata a dover gestire mia figlia a casa da sola e dover lavorare in smart working. È stato difficilissimo. Nelle settimane successive sono riuscita a riorganizzarmi, anche prendendo giorni di ferie. Ma devo dire che trovo che la situazione non sia stata gestita in modo adeguato anche perché malattie di questo genere ce ne sono già state in passato.
A casa la difficoltà maggiore è stata lavorare tutto il giorno condividendo lo stesso spazio con la famiglia e dovendo gestire una bambina piccola che come ogni bimbo della sua età ha bisogno di attenzioni. La mia azienda, come altre, ha ridotto il numero di lavoratori, obbligando loro a prendere delle ferie o dando la cassa integrazione e quindi è aumentato il carico di lavoro sui singoli e mi sono trovata a lavorare più del solito. Io fino all’ultimo sono andata al lavoro di mia iniziativa, senza costrizione aziendale, perchè per me è difficile lavorare da casa. E poi penso che sia sufficiente proteggersi, seguire le corrette indicazioni igieniche, ed andare avanti. Penso sia stato veramente eccessivo chiudere tutto e spingere tutti a stare a casa “come non ci fosse un domani”.
Per fortuna ho una stabilità lavorativa e non ho particolari preoccupazioni economiche per la mia famiglia. Non abbiamo mai temuto di perdere la casa in cui viviamo. Ma altri amici, che lavorano a richiesta, a chiamata, etc. ora non vengono più chiamati.
So che il governo ha previsto alcune misure di supporto per i cittadini in questa emergenza. Ci siamo informati on-line ma finora non abbiamo chiesto niente. Pochi giorni fa abbiamo provato a chiedere il bonus babysitter di 600 euro ma abbiamo scoperto che non sono 600 euro mensili ma solo una tamtum. Ci sono degli aiuti che sembrano delle soluzioni, ma alla fine chi si trova a dover pagare e trovare una soluzione è il cittadino. Per esempio, il congedo parentale potrebbe essere una soluzione ma non è ancora chiaro per quanto tempo si potrà fare anche perché le aziende non possono reggere a lungo. Alla fine, sia da parte del governo sia da parte delle aziende, ognuno tira l’acqua al suo mulino e le decisioni vengono imposte al lavoratore, al cittadino, alle persone, senza che esse abbiano possibilità di scelta.
In queste settimane, per le restrizioni imposte, non sono potuta andare al parco con la bambina. Ed anche per questo le restrizioni imposte mi sembrano eccessive. Vicino a casa c’è un parco, dove normalmente non c’è nessuno. E ciononostante non è possibile portare lì i bimbi. Il rischio di contagio non sembra così alto per i bimbi ed i giovani adulti. Inoltre non mi sembra che la virulenza del Coronavirus sia molto più elevata della Spagnola o di altre patologie nella storia, da quanto ho visto su internet.
Non ho avuto conoscenti diretti o familiari con COVID. Ho saputo da amici e colleghi di loro familiari malati. Comunque, se capitasse a me, so che c’è un numero da chiamare e non bisogna andare al pronto soccorso. In ogni caso riguarderei le indicazioni tramite internet.
Per fortuna nessuno di noi deve chiedere il permesso di soggiorno. Io ho ottenuto la cittadinanza italiana e mio marito e mia figlia sono italiani. Rispetto alla mia famiglia d’origine ho parenti nel Maghreb e in Francia. Seguo l’attualità dei luoghi dove si trova la mia famiglia. In Francia la situazione è più o meno come Italia, ma il governo ha considerato di più il lato sociale, ha dato maggiore attenzione al cittadino. Nel Maghreb la situazione è molto meno grave, non è successo tutto quello che è successo in Italia ed in altri paesi europei. Ci sono stati pochissimi morti, poche persone contagiate. Il lockdown è stato imposto anche lì, ma a breve sarà sospeso. L’allarme “corona” non è stato esagerato come magari lo è stato in altri paesi. Sono tranquilla rispetto alle condizioni dei miei familiari. Non credo sia una situazione grave.
Vorrei soffermarmi ancora un attimo sul tema delle scuole, e sulla scelta di tenerle chiuse fino a settembre. Il Governo sembra non stia pensando a quante famiglie sta mettendo in difficoltà. Adesso, per esempio, tante donne dovranno stare a casa, perché sono sempre le donne che alla fine ci rimettono; dovranno licenziarsi e restare a casa E quindi mi sembra una situazione che avrà delle conseguenze economiche molto gravi. Anche per le persone che lavoravano nei bar o nei negozi, che durante tutto questo periodo non hanno potuto lavorare, o per chi lavora in nero.
Se proviamo a valutare costi-benefici delle misure prese finora non so…. Credo che le scelte del governo non siano state fatte nel modo giusto e che si abbia esagerato tantissimo, tantissimo, tantissimo e le conseguenze saranno gravissime.
Altri paesi come Austria, Germania o nel nord d’Europa, non hanno fatto tutto questo e non mi sembra che il numero di contagiati, di morti sia così esagerato. In Italia è stato tutto eccessivamente esagerato. Alla fine l’economia italiana ne risentirà e non si potrà dar colpa ad altri paesi, perché gli altri hanno continuato a produrre, lavorare, uscire, etc. Qui in Italia hanno obbligato tutti a fermarsi.
Forse quando uno ha la responsabilità di decidere per tutto un popolo prende delle decisioni che non avrebbe preso come singola persona perché la responsabilità è grande e quindi piuttosto che rischiare sceglie la prudenza.