Mi chiamo Enasha e vengo dallo Sri Lanka. Sono arrivata in Italia quasi vent’anni fa grazie a mia mamma che viveva già a Milano. Adesso abito con mio marito e il mio bambino.
Da quando è iniziata l’emergenza ho dovuto lasciare il mio lavoro perché avevo paura per il mio bambino, non volevo rischiare che si ammalasse. Lavoro per una ditta di pulizie che ha un appalto con il Comune, l’impresa mi aveva chiesto di continuare, ma non ero tranquilla e non me la sono sentita. Purtroppo poco dopo anche mio marito ha perso il lavoro perché l’azienda ha dovuto chiudere.
Così ci siamo ritrovati tutti a casa e stiamo cercando di affrontare insieme questo momento così difficile, soprattutto dal punto di vista economico. Per fortuna la famiglia ci è vicina, mia mamma ci aiuta a pagare l’affitto. Ho provato anche a mandare la documentazione per chiedere il bonus spesa, alcuni miei compaesani l’hanno ricevuto, io ho sperato fino alla fine ma per ora sembra non mandino più nulla.
Durante i mesi del confinamento, abbiamo seguito tutte le indicazioni per evitare il contagio; io e il mio bambino siamo sempre rimasti a casa, usciva solo mio marito con l’autocertificazione, una volta alla settimana, per andare al supermercato che per fortuna è dietro casa. È stato difficile rimanere chiusi in casa così a lungo ma la protezione del bambino è sempre stata la nostra priorità.
Prima dell’emergenza vivevamo la nostra vita soprattutto in famiglia, condividendo momenti di festa con mia mamma, mia sorella e mia cugina e stavamo bene.
Sia io sia mio marito abbiamo un permesso di soggiorno a termine: io avrei dovuto rinnovarlo a marzo, ma mi hanno mandato un messaggio in cui spiegavano che a causa dell’emergenza gli uffici erano chiusi, poi mi hanno dato un nuovo un appuntamento per agosto, dopodiché spero di riuscire a riprendere a lavorare.
Grazie ad internet mi tengo informata sulla situazione nel mio paese d’origine; anche lì seguono più o meno le stesse procedure. Per la spesa è un po’ più facile perché nella città da cui provengo non ci sono tanti palazzi come qui e ogni giorno passano con i carretti a vendere porta a porta. Ovviamente, per chi ha i soldi per fare la spesa, ma il governo ha stanziato anche degli aiuti per i più poveri.
Per fortuna sia in Sri Lanka sia in Italia tutte le persone che conosco stanno bene e io spero di poter uscire presto a passeggiare con il mio bambino.