Sono Giorgio e vengo dall’Albania. Sono arrivato in Italia vent’anni fa. Vivo con mia moglie, mentre i miei figli sono grandi e abitano da soli. Mi occupo principalmente di mediazione culturale, ma spesso faccio anche altri lavori.
Finora non sono stato particolarmente toccato dall’emergenza sanitaria e non ho vissuto la situazione in maniera drammatica. Situazioni del genere sono sempre accadute (per esempio, l’epidemia di SARS 2 in Corea) e accadranno anche in futuro. Durante il lockdown ho continuato a svolgere attività sportiva in casa e fortunatamente ho un piccolo giardino. Ho deciso anche di andare a fare la spesa a piedi invece che in macchina per poter camminare un po’. Sono sempre rimasto tranquillo e ho preso tutte le precauzioni per non ammalarmi. Adottando delle precauzioni si può prevenire tutto.
Secondo me la crisi principale deve ancora arrivare, o meglio sta iniziando ora. Molte persone sono state licenziate e ci saranno meno posti di lavoro a causa della pandemia. Per esempio, io avevo un contratto come operaio che non è più stato rinnovato anche se non so se a causa della pandemia o per un altro motivo. Ovviamente ora mi sento in una situazione più precaria, ma diciamo che qualcosa si trova sempre, anche se ora diventerà tutto più difficile.
Alcuni miei conoscenti si sono ammalati a causa del virus. Lavorano in strutture ospedaliere e si occupano di anziani. Sono stati contagiati lì.
Durante la fase 1 non ho avuto particolari problemi per quanto riguarda gli spostamenti. Le regole erano abbastanza chiare. Sono critico però su diversi aspetti della gestione del servizio sanitario qui in Italia. Ci è sempre stato detto che il nostro sistema sanitario è tra i migliori, almeno in Europa. Al di là delle conseguenze dei tagli fatti alla sanità (come la scarsità di posti letto in terapia intensiva), non è stata seguita una linea scientifica, condotta da scienziati capaci di dirigere i politici. Una migliore gestione avrebbe salvato più vite. I medici dicevano dall’inizio di fare più test e di mettere in quarantena i positivi in modo tale da ridurre i contagi e quindi i morti. Sicuramente tutti si sono trovati impreparati di fronte a questa situazione e ciò ha portato a scelte sbagliate.
Mi sento frustrato e deluso. Spero che questo sia di lezione per il futuro. Bisognerebbe definire delle linee guida. La politica sotto la guida di scienziati dovrebbe definire una linea comune. Bisogna far sì che tutto sia gratuito e obbligatorio non solo per personale ospedaliero e forze armate, ma anche per la popolazione. Fare un test sierologico costa 50 euro e questo non aiuta la situazione.
All’inizio dell’emergenza c’era un caos totale. Ognuno diceva la sua. Poi si è deciso di chiudere tutto e di introdurre delle restrizioni, ma molto in ritardo rispetto ad altri Stati. Le cattive decisioni sono state dettate dalla mancanza di preparazione. Quando si è impreparati si ha paura e non si sa cosa fare. Questo si è visto, per esempio, per quanto riguarda le scuole. In tutti gli altri paesi le scuole sono state riaperte, mentre da noi l’apertura è stata rimandata a settembre. Come motivazione è stato detto che in questo modo si salvano vite, ma secondo me si era impreparati e basta. La cosa non mi riguarda personalmente perché non ho figli piccoli, però mi rattrista. Qui si pensa più al calcio che alle scuole. Tutto ciò dimostra la debolezza dello Stato che non è in grado di riaprire nemmeno le scuole, ma pensa al calcio perché è un’industria. I politici dovrebbero avere la responsabilità di proteggere i cittadini e di garantire i servizi essenziali.
Penso che la maggior parte dei cittadini sia intimorita perché ha visto una gestione caotica dell’emergenza. Per esempio, come in altri paesi, si poteva fare una gestione differenziata a seconda della gravità della situazione nelle varie regioni.
Anche le misure economiche da parte dello Stato a favore dei cittadini credo siano state irrisorie e le procedure burocratiche per ottenere degli aiuti contorte. Dei miei conoscenti negli Stati Uniti mi hanno detto che hanno ricevuto subito un aiuto. Le persone più a disagio hanno bisogno di soldi subito per mettere qualcosa nel frigo e le aziende hanno dovuto anticipare i soldi per pagare la cassa integrazione, e chissà quando li rivedranno. Non mi sento tutelato dallo Stato, nel senso non saprei definire in che cosa consisterebbe questa tutela.