Mi chiamo Karim, ho 35 anni e sono egiziano. Vivo in Italia da quasi quindici anni e ho sempre fatto un po’ di tutto: l’imbianchino, il muratore, l’addetto al cartongesso, il custode nei palazzi. Tutti questi anni mi sono sempre arrangiato lavorando per lo più in regola. Sono anche riuscito ad ottenere la carta di soggiorno per lungo soggiornante.
Ad agosto 2019 sono stato licenziato, facevo il portinaio in un palazzo da moltissimi anni. Da quel momento in poi è stato molto difficile trovare un nuovo lavoro. Ho provato a cercare un nuovo posto ma poi ho fatto domanda per la disoccupazione perché, avendo lavorato molti anni in regola, ho diritto a quasi due anni di sussidio. Siccome i soldi tardavano ad arrivare avevo considerato di tornare in Egitto, non sapevo proprio che cosa fare… Poi per fortuna a novembre sono arrivati. Grazie a quelli e a qualche lavoro saltuario, in nero, me la sono cavata fino a prima dell’emergenza del coronavirus. Prima, anche se ero disoccupato saltava sempre fuori qualche scala da imbiancare e così sono sempre stato a galla. Riuscivo a guadagnare i soldi necessari per pagare l’affitto e a vivere tranquillamente. Da quando è partita questa storia del coronavirus non ho più lavorato neanche una giornata e sono sempre stato chiuso in casa. È stata molto dura. Marzo, aprile, maggio… Sono tre mesi che non riesco più a pagare l’affitto. Per fortuna i padroni della casa in cui vivo hanno molta pazienza, mi conoscono da tanto tempo e ci siamo accordati che quando finisce questo casino e riesco a lavorare li pago piano piano. Anche le bollette sono incluse nell’affitto quindi almeno per quello non mi devo preoccupare. Con il sussidio di disoccupazione posso comprare da mangiare ma per il resto… non conosco gli aiuti che dà lo Stato in questo periodo o il lavoro delle associazioni perché siccome sto prendendo la disoccupazione mi scoccia andare a cercare altri soldi per farmi aiutare, magari poi mi dicono che sto meglio di tanti altri… Per questi motivi non mi sono mai informato e non voglio farlo, non voglio essere aiutato, voglio lavorare e guadagnare i miei soldi.
La casa in cui vivo è grande, siamo in tre ma è come se vivessi da solo. Ci sono due italiani, ma uno è andato al Sud dalla sua famiglia appena è scoppiata l’emergenza e non lo vedo da quasi tre mesi, mentre l’altro era appena arrivato in casa e non lo conosco molto. Ognuno ha la sua stanza, quindi anche se siamo sempre in casa, ci incrociamo solo nel corridoio; ci salutiamo, ma sempre con la mascherina e a distanza. Non so se abbia le mie stesse difficoltà economiche ma se non ho capito male è entrato in cassa integrazione quindi qualcosa la sta ricevendo anche lui. Insomma, durante la giornata sento comunque di vivere da solo.
Non poter vedere i miei amici è stata una dura prova, un periodo davvero difficile, stare due mesi da solo in casa. Ho sentito sia la mia famiglia in Egitto che i miei amici qui, anche quelli che vivono vicino, solo tramite il telefono, su whatsapp e facebook. Non ho visto i miei amici fino alla fine di aprile; poi, un giorno, sono andato a fare la spesa con un amico che vive nella mia stessa zona. Siccome però la fila era molto lunga e quel giorno faceva molto caldo, abbiamo deciso di tornare a casa senza fare la spesa. Nel tragitto abbiamo incrociato un altro nostro amico che si era sposato in Egitto e non avevamo ancora visto da allora. Purtroppo ci siamo avvicinati troppo per fargli le congratulazioni e la polizia è arrivata subito e ci ha fatto la multa. Ma io non ho i soldi per pagare neanche l’affitto e non so come fare.
Da quando è iniziata questa fase due, il 4 maggio, io sinceramente non ho capito che cosa sia cambiato, continua fino al 2 giugno ma l’apertura è totale o no? Io vedo in giro la gente e tutto sembra tornato come prima e non riesco a capire chi riguardi la fase due: il parco è pieno di gente anche se tutti indossano guanti e mascherine e sono un po’ preoccupato. Prima era tutto un “state a casa” e adesso sono tutti in strada, poi ovviamente saprà meglio il governo cosa è giusto fare. Io però in questa fase due il lavoro ancora non lo posso trovare e sono molto preoccupato perché già era difficile prima mentre adesso…. chi mi assume? Ho paura di non riuscire a trovare lavoro per colpa del virus, non ci sono aziende che assumono ora, non ci sono lavoretti da trovare in giro perché tutti hanno paura quindi penso che per altri tre o quattro mesi sarò in questa situazione.
Non sono preoccupato dal virus, saprei come comportarmi e ho un medico che mi segue e quindi chiamerei lui se mi sento male. Io non sono preoccupato perché sono musulmano e credo che quando arriverà la mia ora me ne andrò, con il coronavirus o con qualcosa di diverso. Sono invece molto preoccupato per la mia famiglia in Egitto. Là il governo non sta facendo molto, si sta concentrando su quello che succede al Cairo ma noi veniamo da un villaggio e lì non sanno nulla, non c’è controllo, quindi li informo io sulle misure da adottare, gli racconto cosa succede in Italia. Là la gente si deve curare da sola, prendere le precauzioni da sola, senza il governo, magari si sente in televisione cosa fare ma non c’è nessuna sicurezza come qua. Ciò nonostante i miei parenti non sono preoccupati, perché noi siamo tutti musulmani, quindi crediamo e questa cosa ci aiuta tantissimo. Sappiamo che quando una persona deve morire muore, quando è la sua ora è finita, a prescindere dal motivo per cui muore, che può essere il coronavirus, un incidente oppure il naturale corso della vita. Questo periodo noi stiamo facendo il Ramadan e finalmente ho potuto invitare a casa dei miei amici per mangiare insieme quando il sole cala, alle otto e mezzo. Ho tirato fuori la carne e adesso sto cucinando!