Mi chiamo Komarosky, e sono nato in Russia. Ho 56 anni. Sono in Italia da quasi 25 anni e lavoro come agente nell’ambito della sicurezza. Abito da solo. Ho 9 figli. 3 sono in Italia, 3 in Russia e altri tre in Africa.
Con l’emergenza a causa del virus la mia vita è cambiata. Soprattutto nei rapporti con le persone: mi vedo poco con gli amici, e ci sentiamo anche poco, perché spesso c’è imbarazzo e disagio legato alla preoccupazione ed alla salute di alcuni.
Sento la mancanza degli affetti ed è difficile il fatto di non poter stare più insieme agli altri. Mi sento più isolato.
In generale il lavoro va bene perché l’ambito in cui lavoro non ha risentito dell’emergenza COVID. Lavoro per lo più da casa, ma quando serve faccio i servizi di persona. Utilizzo i mezzi pubblici, come al solito. Quindi dal punto di vista lavorativo non è cambiato molto. Ed il mio luogo di lavoro è stato molto rapido nell’adattarsi alle misure protettive imposte.
Non percepisco più rischioso l’andare a lavorare rispetto all’andare in giro, perché seguo le indicazioni mediche che vengono dette: i consigli che danno bisogna soltanto metterli in pratica e così si riesce a vivere tranquillamente. L’obbedienza in questa fase è fondamentale.
Proseguo a lavorare senza percepire pressioni dall’alto. Forse lavoro un po’ di più perché a volte mi chiedono di fare ore straordinarie. Io accetto queste condizioni perché capisco che non siamo in un periodo di “normalità”, siamo in una anomalia, e perciò uno fa un po’ di sacrifici, un sacrificio che sarà un po’ ben pagato, diciamo. E sento comunque di avere un lavoro stabile.
Speriamo comunque che tutto finisca presto. Perché altrimenti…
Deve finire davvero sennò non ce la facciamo tutti.
La salute c’è e per quello ringrazio il Signore. C’è anche perché sono sempre protetto e rispetto le condizioni che tutti dobbiamo seguire: mascherine, distanza di sicurezza….
Finora non ho conosciuto persone a me vicine o amici di amici che si sono ammalati di Corona Virus.
Oddio, forse in Lombardia qualcuno che conoscevo ha avuto problemi, ma non so. Lavoravo in Lombardia 25 anni fa, fra Milano e Como, ma non ho più contatti con le persone che avevo conosciuto. Ma mi dispiacerebbe se qualcuno di loro avesse avuto il Coronavirus. Ormai da 25 anni sono a Roma, e non mi sono più mosso. Difficile dire se sia meglio vivere a Milano o a Roma: mi sono trovato davvero bene in tutte le due città.
Io a Milano veramente mi trovavo bene, perché stavo vicino a via Washington… E andavo sempre a camminare un po’ in Via Lorenteggio. E poi al mercato in viale Papiniano, Piazzale Cuoco… diciamo che conosco bene Milano.
In ogni caso, se dovesse capitare di ammalarmi (tocca ferro!) so che devo rivolgermi al mio medico di base, che è un caro amico dottore davvero, è una brava persona.
Inoltre, essendo da tanti anni in Italia non ho nessun problema con il permesso di soggiorno. Tuttavia a mio figlio, che è nato qui, è stata negata la cittadinanza. Non so cosa farò su questo… L’errore di una persona può danneggiare tanto la vita di un’altra persona. Mio figlio è stato penalizzato, ma credo che le cose andranno bene. Questa difficoltà non è dovuta al Corona Virus ma è dovuta alla burocrazia italiana. Mio figlio è sempre stato in Italia perché è nato qui, ma sta aspettando ancora la cittadinanza.
Non ho avuto difficoltà negli spostamenti poiché le indicazioni sono precise, e le ho seguite, con i dovuti certificati. Non ci sono state allora difficoltà. Purtroppo non posso andare in Russia.
I miei figli sono ben inseriti, adesso stanno seguendo corsi online. La più piccola deve fare la maturità e sta facendo la scuola online. È emozionata per l’esame, ma sta studiando senza difficoltà.
Non ero informato in merito agli aiuti pubblici per sostenere i cittadini in questa crisi. So che ci sono i CAF, ma non sapevo che si occupassero anche della questione COVID.
La situazione è comunque un po’ difficile perché non si possono visitare i parenti e le persone che ti stanno a cuore se vivono in altri comuni a causa della delibera. Aspetto finché le cose rientrano nella normalità. Non sono comunque preoccupato perché sento loro per telefono, e volendo posso anche vederli tramite la webcam.
In merito ai miei familiari, in Russia e in Africa la situazione COVID è meno allarmante. Io dico loro di seguire passo a passo le indicazioni per proteggersi dall’infezione. Ma la distanza e un po’ la questione economica preoccupa. Uno cerca di arrangiarsi…. è difficile avere le mascherine ed i guanti soprattutto in Africa. In Russia lì non c’è problema. Ognuno cerca di dare qualche consiglio, almeno ai parenti. I miei parenti erano molto preoccupati all’inizio per me perché essendo in Italia qui la situazione COVID era più grave. Poi però ci siamo sentiti telefonicamente, e li ho tranquillizzati.
Vorrei aggiungere un’ultima cosa: vorrei lanciare un consiglio. La cosa fondamentale per la gestione del COVID è che noi tutti dobbiamo “guardare su noi stessi”. Rispettare le distanze, portare le mascherine, lavare le mani, sono le cose basilari. Se le rispettiamo tutti mi sembra che la cosa andrà meglio, ma se c’è disorganizzazione e mancanza di rispetto la cosa sarà ancora più dura.