Mi chiamo Kwame e vengo dal Ghana. Sono arrivato in Italia quattro anni fa per studiare all’università. Ho frequentato il corso di Relazioni Internazionali. Dopo la laurea non sono riuscito a trovare un lavoro nel campo in cui ho studiato né in Italia né in altri paesi europei. Perciò prima del lockdown lavoravo come lavapiatti in un ristorante. È difficile trovare un lavoro nel proprio campo di studi, pensare che ero insegnante in Ghana!
A causa dell’emergenza sanitaria la mia vita è molto cambiata. Quando hanno chiuso i ristoranti, sono stato messo in cassa integrazione e per il momento non lavoro più. I soldi, però, tardano ad arrivare e ho dovuto spendere quanto avevo messo da parte per tornare in Ghana per coprire le spese e l’affitto.
I miei coinquilini hanno continuato a lavorare anche durante il lockdown, quindi sono rimasto a casa da solo per quasi tutto il tempo. All’inizio la situazione non era troppo pesante, dato che parlavo con i miei amici al cellulare, ma poi è diventata un po’ claustrofobica… Mi stanno venendo molte preoccupazioni, per esempio, con che soldi potrò tornare dai miei in Ghana? Ora che si può uscire a camminare ogni tanto faccio passeggiate, prima uscivo solo per fare la spesa.
Al momento sto aspettando che mi cambino il permesso di studio in un permesso di lavoro. Ho già fatto domanda in questura presentando il contratto del ristorante. Ora sto aspettando l’appuntamento per poter ritirare il permesso. Per ora non ho potuto fare nessuna richiesta per gli aiuti offerti dal mio comune perché non ho l’ISEE e i CAF sono chiusi. Cerco di mantenermi sempre informato su Internet su eventuali aiuti e sulle nuove ordinanze per il contenimento del virus e, se non capisco, chiedo a una mia amica di spiegarmi meglio.
Sono felice che ora si possa uscire di casa, questa sensazione di claustrofobia è difficile da gestire. È brutto stare tutto il giorno in casa. Però bisogna stare attenti e rispettare le misure anti-contagio, altrimenti il virus ritorna. Spero che presto riapra il ristorante in modo tale da poter tornare a lavorare.
La situazione in Ghana sembra essere meglio che qui in Italia: non ci sono tanti morti, tante persone sono guarite e i contagi sono ridotti. Anche lì hanno chiuso tutto ad aprile, ma già a maggio hanno aperto diverse attività. La mia famiglia fortunatamente sta bene per ora. Però sono molto preoccupato per mia sorella e mio fratello che abitano negli Stati Uniti. Lì la situazione è bruttissima.