Mi chiamo Linda, sono albanese e vivo in Lazio da più di 20 anni. Ho 46 anni e due figli poco più che ventenni. Lavoro come operatrice socio- sanitaria da più di dieci anni. Negli ultimi tre anni ho lavorato in una clinica e mi sono specializzata nell’area sanitaria. L’emergenza Covid ha avuto un impatto drammatico sul mio lavoro, perché adesso non siamo liberi di lavorare come si deve. Sfortunatamente ho un contratto a chiamata e quindi sto lavorando di meno perché le colleghe non possono prendere le ferie in questo periodo.
Questa situazione mi crea molto stress e preoccupazione perché sono l’unica che lavora a tempo pieno in casa. Mio marito non sta tanto bene e lavorava poco già prima, solo uno dei miei figli lavora un po’. Ho paura di non riuscire a pagare l’affitto e le bollette. Dal punto di vista economico mi sento abbandonata a me stessa. Ho provato a chiedere aiuto, ho chiesto in Comune, come se fossi una cittadina italiana, perché dopo 22 anni ci sentiamo più italiani che albanesi. Purtroppo niente sembra sia cambiato con l’emergenza.
Lavorando in clinica il rischio del contagio c’è, perché si lavora con persone malate, affette soprattutto da patologie psichiatriche. Anche se, fortunatamente, non ci sono stati casi di Covid nella clinica in cui lavoro. Penso che quando tornerò a lavorare le condizioni saranno peggiori di prima. Dovremo stare sempre con la mascherina e con i guanti e non saremo in grado di dare una stretta di mano, un abbraccio, un piccolo gesto di supporto. Per gli anziani è una cosa molto importante.
A dire il vero non conosco nessuno che ha avuto il Coronavirus, o che ha un parente o un amico che lo ha avuto. Sono solo le voci che sentiamo in TV. A volte mi sembra che abbiamo avuto una reazione un po’ esagerata rispetto alla situazione, almeno qua in Lazio. Ieri stavo facendo acquisti in un negozio e seguivo le strisce per direzionare le persone, un signore a due metri di distanza mi diceva di stare più lontano. Ci sono queste litigate perché la gente ha paura ed è confusa.
In generale, è stata una situazione particolarmente problematica negli ultimi mesi. Vado a fare le cure igieniche tutti i giorni da tre anni ad un’anziana allettata. Sono stata fermata dai carabinieri mentre andavo da lei, e sono dovuta tornare indietro perché non mi lasciavano passare, nonostante avessi provato a spiegare che si trattava di una persona malata, che aveva bisogno di cure. Ho dovuto dire che ero una volontaria. Alla fine i parenti hanno chiamato i carabinieri per spiegare la situazione, ho dovuto fare l’autocertificazione e mi hanno concesso di andare. Rischiavo di prendere una multa di 500 euro, anche se dovevo andare a due passi da casa mia. È stato un periodo molto difficile. Per me è stata peggio di una guerra, non si poteva andare a fare la spesa senza mettersi in lista d’attesa. Avevo sempre il terrore di essere fermata. Inoltre io ho un problema cardiaco e non potevo andare in ospedale per fare i controlli che sono stati rimandati. Prima della pandemia facevo anche dei lavoretti come andare a pulire le case, etc. ma adesso non mi chiamano più.
Fortunatamente ho un permesso di soggiorno di lunga durata. Ho richiesto la cittadinanza e sto facendo le pratiche.
Sono preoccupata che succeda qualcosa ai miei cari nel mio paese e di non poter andare a trovarli. Ho vari parenti anche qua in Italia ma non sono ancora andata a trovarli per paura di contagiarli. In Albania la situazione è grave non dal punto di vista della malattia, ci sono pochi casi e pochi morti grazie a Dio. Ma l’Albania non ha una situazione così florida. Il premier ha chiuso tutto, fa uscire le persone a turni, con gli orari per fare la spesa. Ha preso tutte queste precauzioni perché già il paese è povero, il virus può metterci ancora più in crisi. Sono d’accordo con queste misure. La gente ha paura, mia suocera che ha 80 anni, non esce mai di casa. La spesa la fa il nipote. Fortunatamente nella mia zona non abbiamo avuto contagi. Per quanto riguarda l’invio dei medici albanesi in Italia, credo sia stata una cosa giusta perché l’Italia ci ha sempre aiutati nei momenti di difficoltà.