Mi chiamo Lissa, sono brasiliana e ho 27 anni. Mi sono trasferita in Italia circa 2 anni per fare il dottorato di ricerca in Fisica. Abito da sola in un monolocale. Prima del coronavirus mi svegliavo e andavo all’università per tutta la giornata, la sera cucinavo e suonavo la chitarra. Nel weekend andavo a trovare i miei amici, che ora non sono più in Italia a causa del covid e frequentavo l’associazione “ci siamo anche noi” circa 2 volte alla settimana. Durante la settimana non uscivo molto, nel weekend spesso andavo al fiume.
Mi mantengo con la borsa di dottorato, sono 1300 euro al mese, che al netto delle tasse diventano 1130 euro. Da quando è iniziata la pandemia non sono riuscita a tornare in Brasile. Il mio fidanzato vive là e stava pianificando di trasferirsi in Portogallo per 3 mesi, dove sarei potuta andare a trovarlo ogni mese. Adesso staremo separati fino all’anno prossimo. A causa della pandemia non ho potuto partecipare alle conferenze previste dal mio percorso di studi. Per fortuna molti seminari continuano online.
Il primo mese di lockdown è andato bene, poi stare chiusa in un monolocale ha iniziato a pesarmi. Sono molto estroversa e ho bisogno di vedere le altre persone. Da sola è un po’ triste. Però mi rendo conto di essere fortunata. Ho la borsa di studio e posso lavorare da casa. Però psicologicamente è un po’ pesante. Per fortuna internet aiuta a combattere la solitudine. Posso parlare con i miei amici in Brasile e quelli qua in Italia. Una cosa buona che è successa dall’inizio del coronavirus è che ho finalmente conosciuto i miei vicini. Sono gentili. Ci siamo ritrovati nel giardino interno del palazzo. Normalmente non c’era mai nessuno, ma quando non si poteva uscire le persone scendevano in giardino per camminare un po’.
Da un punto di vista economico per me non è cambiato niente con il Covid, ricevo sempre la mia borsa di studio regolarmente sul conto corrente. Di solito non ho neanche bisogno di prelevare e pago tutto con la carta. Ritiro solo per fare la lavatrice. Abbiamo una lavatrice comune nell’edificio con il gettone da acquistare da una macchinetta automatica. Non ho avuto bisogno di chiedere aiuti allo Stato e ad ogni modo non ho potuto accedere agli aiuti del comune perché non ho la residenza.
In questo periodo ho fatto delle donazioni agli ospedali e spesso ho dato qualcosa a chi chiedeva l’elemosina, perché non c’era nessuno in giro e non sapevano a chi chiedere soldi. Nessuna delle persone che conosco si è ammalata di covid. Solo l’amico di un’amica si è ammalato, ma non lo conosco direttamente. In Brasile, mio papà e mia zia sono medici. Mia zia ha visto molte persone che si sono ammalate, ma nessuno che conosco.
Qua ho un permesso di soggiorno da studente che ho rinnovato l’anno scorso e scadrà a breve. Avevo un appuntamento a giugno in questura, ma è stato rimandato per due volte, prima ad agosto, poi a ottobre. Durante il lockdown sono uscita solo 2 volte per fare la spesa. L’università si è riorganizzata completamente online. Penso che i professori stiano lavorando di più perché è difficile gestire tutto online. Ma le lezioni sono buone. Per gli studenti nuovi forse è difficile concentrarsi, ma per me funziona. In realtà lavoro più di prima perché non ho molto altro da fare. É strano lavorare da casa perché non ci sono orari. Non c’è più il weekend, tutte le giornate sono uguali. Sento che devo tornare ad avere una routine, non mi sto trovando bene.
Anche se adesso si può uscire di nuovo, mi sembra ancora un po’ strano. Non ho paura del virus, ma se non ho bisogno evito di uscire. Sono uscita qualche giorno fa perché era il mio compleanno e ho fatto un giro in centro, ho preso un gelato. Volevo andare al fiume come facevo sempre prima, ma mi sembra un po’ strano. Penso che ci vorrà del tempo per tornare alla normalità. Ci sono persone che già escono, ma io non mi sento ancora a mio agio.
In Brasile la situazione è complicata perché il presidente non crede nel coronavirus. Ha licenziato il ministro della salute perché diceva alla gente di rimanere a casa, e ha fatto campagna mediatica contro la quarantena. Nel posto in cui vive il mio fidanzato stanno facendo la quarantena, ma non è lo stesso in tutto il paese. La situazione sta diventando sempre più complicata. Mia zia mi ha raccontato che ci sono stati vari contagi nell’ospedale in cui lavora. Mio zio si occupa proprio di malattie polmonari e mi ha racconta alcune storie. La situazione sta peggiorando, in alcuni ospedali non hanno più letti in terapia intensiva. Ho smesso di leggere le notizie sul Brasile ogni giorno per non avere l’ansia.