Mi chiamo Lupo, vengo dal Perú, abito in centro a Milano da dieci anni.
La mia vita era abbastanza bella perché avevo un lavoro a Milano con il quale potevo pagarmi gli studi serali e le mie spese quotidiane. Stavo abbastanza bene, non era la migliore delle situazioni da un punto di vista economico ma potevo gestire e pagare le cose necessarie.
Lavoravo dal lunedì al venerdì e ogni tanto anche nei weekend quindi ero molto libero e avevo la libertà di andare a trovare gli amici, di fare delle gite fuori Milano o altrove. Lavoravo e poi a mezzanotte finivo di studiare.
Avevo un contratto part time in un laboratorio di cucina, preparavo cose da mangiare per i servizi di catering e quando non c’era niente da fare nel laboratorio preparavo altre cose nelle case private. La sera andavo a seguire le lezioni di cucina, voglio diventare uno chef, è questa la mia idea per poi poter cambiare tipo di lavoro e anche andare via in un altro paese.
Dal momento che siamo entrati in quarantena non ho più potuto continuare a lavorare. Il mio datore di lavoro è andato in montagna. I primi giorni a casa ero un po’ spaventato come tutti, mai nella mia vita avevo vissuto una situazione del genere. Ho visto qualche film dove facevano vedere delle tragedie simili, cose che mai avrei pensato fossero vere, questo coronavirus rimarrà nella storia del mondo.
Ero spaventato, mi dicevo che dovevo avere pazienza perché altre persone non ne avevano avuta e sono state male. Ho usato i miei risparmi per fare la spesa. Sono rimasto a casa, preoccupato, perché non sapevo quando sarebbe finita questa situazione.
Per fortuna condivido un monolocale con un altro ragazzo peruviano. È un bravo ragazzo e stiamo bene, abbiamo un buon rapporto di amicizia, in questa situazione devo dire che è andata bene. Ho sentito che altre persone hanno avuto problemi mentali e sono dovute andare dallo psicologo.
Ho riflettuto sulla mia situazione personale che non è molto complicata. Pensavo alle persone che stavano lavorando negli ospedali, ogni giorno, e a quelle che purtroppo morivano, mi dispiaceva per loro. Cercavo di riflettere e di essere consapevole e pensavo a queste persone, a coloro che stavano lavorando nelle banche, nelle farmacie e nei supermercati, mi dispiaceva per loro.
Io invece sono stato a casa senza fare nulla. Mi hanno proposto di proseguire le lezioni del corso di cucina online, tutti gli altri della mia classe erano d’accordo, io invece no. Tutti dicevano che andava bene fare le ricette che proponeva lo chef che ci mandava l’elenco degli ingredienti da comprare. Io per rispetto di coloro che lavoravano nei supermercati e di chi era in difficoltà ho detto che non volevo farlo.
La mia grande paura è di non ritornare più al lavoro. Non si sa quando riapriranno i ristoranti o le ditte che si occupano del settore alimentare e non so se mi pagheranno questo mese. Questa è la mia più grande preoccupazione. Se così fosse diventerebbe difficile per me perché non ho pagato l’affitto del mese scorso.
Ho un amico, uno dei miei migliori amici, anche lui lavora nel settore della ristorazione, mi ha raccontato che il suo capo dopo 15 giorni di aver presso il Coronavirus è morto. È stata una brutta storia! Ho conosciuto un altro ragazzo che aveva due amici con i quali si trovava a giocare a calcetto, questi due amici lavoravano nel settore ospedaliero come OSS, erano sudamericani, sono morti. Un’altra storia che ho sentito è quella di una persona che conosco benissimo, ha più di 50 anni, è molto grasso, non ha i documenti e viene dal Perú, non lo sentivo da un po’, mi ha mandato un messaggio in cui diceva: sto bene, scusa se non mi sono fatto sentire, ma sono stato contagiato dal Coronavirus, sono stato 10 giorni in terapia intensiva, mi è mancato poco per morire ma ora sono salvo, a casa, devo fare ancora due tamponi per essere finalmente guarito. Grazie a Dio si è salvato!
Per fortuna non è successo niente a nessuno della mia famiglia, ho due cugini in Italia. Se mi ammalassi, ho il medico di base, so i numeri a cui devo rivolgermi, loro mi diranno cosa fare.
Sono preoccupato perché a maggio dovrei fare la pratica della dichiarazione dei redditi, non so ancora se la potrò fare, ho dei debiti che avrei dovuto pagare dall’anno scorso, non so se gli uffici di posta Italiana sono aperti. Per fortuna sono a posto con il mio permesso di soggiorno, non devo rinnovarlo in questi mesi.
In questa situazione ognuno fa come li pare, ci sono persone che rispettano le indicazioni e altre che invece non si preoccupano di niente. Io esco ogni 15 giorni, faccio una grossa spesa e prendo le precauzioni necessarie. Secondo me per fare la spesa non serve la autocertificazione, basta dire che stai andando a far la spesa.
Ho sentito dire che lo Stato sta aiutando i lavoratori autonomi, ma secondo me non hanno ancora ricevuto niente. Ho sentito anche che chi aveva un contratto di lavoro è stato messo in cassa integrazione. Ma poi ci sono le persone che lavoravano in nero, loro stanno peggio di noi, perché non ricevono niente. Lo Stato in realtà non sta aiutando chi ne avrebbe veramente bisogno. Secondo me sarà difficile che aiuti i lavoratori in nero perché gli italiani non saranno d’accordo, sarà qualcosa che farà discutere molto.
Quando ho bisogno di informarmi sui miei diritti come lavoratore mi reco a uno dei CAF in cui sono iscritto, loro mi danno le informazioni che mi servono.
La mia famiglia in Perú per fortuna sta bene pero anche là la situazione è molto preoccupante, ogni giorno aumenta il numero di persone contagiate. Là non è come qui in Italia, le cose non sono così organizzate. La situazione è molto difficile e preoccupante.